domenica 23 marzo 2014

Il lupo della steppa (Hermann Hesse)

INCIPIT:
"Il giorno era trascorso come appunto trascorrono i giorni; lo avevo passato, lo avevo delicatamente ammazzato con la mia timida e primitiva arte di vivere"

Ah..! Quante volte ho lasciato trascorrere così anche io le mie giornate! Una di queste, giustappunto,  sta volgendo al termine! 
Grande Hesse! Il tu protagonista mi somiglia. Somiglia a tutti coloro che sono bloccati in una condizione di insana infelicità tutte le volte in cui reprimono il lupo che è in essi. Così è Harry Haller, dentro di lui la lotta perenne fra l'uomo quindi tutto ciò che è spirituale, culturale, e il lupo tutto ciò che è istintivo, caotico, selvatico. Harry, a un passo dal suicidio, incontra una donna che lo aiuterà a comprendere le "non regole" del gioco della vita.
Libro visionario, mi ha ricordato in molte sue visioni il film L'arte del sogno di Michel Gondry. 
⭐️⭐️⭐️⭐️

domenica 16 marzo 2014

L'arcangelo degli scacchi (Paolo Maurensig)

Due citazioni:
"Dei miei avversari ricordo ogni cosa: di notte passo in rassegna i loro volti. Li vedo sfilare ai piedi del mio letto come fantasmi. Di alcuni sono riuscito a sbarazzarmi, mentre altri cercano ancora di prendere forma e poi scompaiono, per ripresentarsi più tardi, e si affollano spingendosi l'un l'altro e tentando di farsi strada, come viaggiatori che sgomitano per acquistare il biglietto di un treno che è già partito da un pezzo"
...
"L'amore, grazie a Dio, ci rende miopi e del tutto imprevidenti; ubriacandoci, ci porta in regioni sconosciute, dove da sobri mai oseremmo avventurarci"

È la storia di Paul Morphy che è stato un artista della scacchiera, forse il più grande. La sua vita è narrata in prima persona e così veniamo a conoscenza degli accadimenti che spensero la fiamma del suo genio e che lo allontanarono dalla scacchiera. Avvincente, certo meno de La variante di Lüneburg, riesce a farci innamorare degli scacchi.
⭐️⭐️⭐️⭐️

giovedì 13 marzo 2014

Ernest e Celestine (Daniel Pennac)

INCIPIT
Celestine: Ciao. Io sono Celestine. Sono un topo. Anzi, "una topolino". Ci avete fatto caso che tutti dicono sempre "un topolino, una topolina"! Quando non hanno paura, ovviamente. Perché se invece hanno paura ci indicano urlando: "un topo! Un topo!". Gridano come se avessero trovato un orso in bagno. E ci inseguono con la scopa. Bè, i più coraggiosi.., gli altri saltano su una sedia e continuano a gridare: "UN TOPO! UN TOPO!" 

Delizioso. L'improbabile storia dell'amicizia tra una topolina e un orso. Improbabile perché in questa favola i due vivono in un mondo in cui i topi e gli orsi sono nemici ed abitano gli uni il mondo di sotto e gli altri il mondo di sopra. 
Mentre lo leggevo, però, pensavo che avrei potuto scriverlo anch'io... Solo che io non sono Pennac... E non avrei venduto una sola copia! Bè forse una...una sola.